Post più popolari

venerdì 1 luglio 2011

Cado Dalle Nubi

Finalmente arriva al cinema uno dei film piu attesi del mese di dicembre. Uno dei comici piu noti della trasmissione Zelig esordisce al cinema con una commedia tutta da vedere . Checco un cantante pugliese che vuole sfondare nel mondo dello spettacolo..





Paranormal Activity

una decina d’anni anni di distanza da The Blair Witch Project, Paranormal Activity è un altro fenomeno horror no-budget di dimensioni inimmaginabili. Realizzato con un budget di soli 15.000 dollari da un regista esordiente, ha superato i cento milioni di dollari di incasso negli Stati Uniti. Come The Blair Witch Project, anche Paranormal Activity, in assenza di mezzi che consentissero la creazione di orrori “cinematografici”, ha scelto la strada di ricreare la pura e semplice realtà – o meglio, l’illusione della realtà – e di lasciare che al suo interno si insinuasse l’orrore. Realizzato nel 2007, Paranormal Activity ha suscitato l’interesse di una major e, dopo qualche intervento cosmetico e di montaggio oltre a una modifica – più d’effetto che sostanziale – al finale, è stato distribuito nei cinema americani a due anni di distanza.
La storia è semplice e, nel suo assunto, rimanda a decine, se non centinaia, di film analoghi. San Diego, California. Micah (Micah Sloat) e Katie (Katie Featherston) sono fidanzati e vivono insieme. Katie ha una lunga e strana storia di presunti contatti con un’entità soprannaturale che sembra seguirla da quando aveva otto anni. Micah è scettico, ma vuole aiutarla. Perciò decide di filmare tutto – la telecamera è puntata su di loro anche quando dormono – in modo da poter catturare l’eventuale “presenza”. Il film è presentato quindi come se fosse un montaggio dei filmati di Micah. Un sensitivo, il dottor Fredrichs (Mark Fredrichs), visita la loro casa per scoprire se c’è “qualcosa”. Katie gli spiega che accadono fenomeni inspiegabili: luci che lampeggiano, rubinetti che si aprono e si chiudono da soli e così via. Fredrichs capisce che la questione dev’essere risolta lì, non basta scappare: l’entità inseguirà Katie ovunque, come ha già fatto. Fredrichs distingue tra fantasmi e demoni: i fantasmi erano umani, i demoni no. Lui sa come affrontare i fantasmi, mentre per i demoni serve un demonologo: faranno meglio a chiamarne uno. Invece, Micah cerca di contattare il demone con una ouija-board: proprio quello che Fredrichs aveva detto di evitare, per non provocarlo.
Le riprese sono volutamente amatoriali, con un eccesso di movimenti da mal di mare che forse nemmeno i dilettanti della videocamera compiono più. Ma tutto serve per dare l’illusione della “verità”. Attori sconosciuti, interni qualunque: il segreto della rappresentazione della realtà è nella ricerca di semplicità, di banalità. La casa è una normalissima casa moderna, senza nulla di oscuro, di vecchio, di gotico. È una casa come quelle in cui abitiamo – è in effetti la casa del regista – e dà uno sfondo di quotidianità alla vicenda. Non c’è musica, tranne quella diegetica. Anche questo serve a creare l’illusione del reale. Pur nella sua lentezza, il film è stranamente affascinante. Crea l’intimità con le piccole cose, dando allo spettatore la sensazione di guardare dal buco della serratura una coppia inerme sull’orlo di un precipizio. L’inizio è molto tranquillo, pieno della scherzosa banalità della vita di coppia. Progressivamente, ma senza fretta, l’atmosfera si fa più pesante. Piccole cose accadono in modo sempre più convergente, sino al precipizio finale quando l’incubo prende il sopravvento. L’interazione dei due protagonisti è talvolta petulante, ma resta verosimile. Entrambi gli interpreti sono spontanei e credibili. Una cosa che emerge con forza è la solitudine dei due ragazzi di fronte allo spirito maligno. Nessuno vuole o può aiutarli, il sensitivo se la batte non appena si rende conto che non si tratta delle baggianate di cui si occupa di solito. Il concetto che passa – comune ad altri horror – è che non bisogna provocare i demoni se non si vuole che si incavolino di brutto.
A un film come questo si possono perdonare i difetti dell’inesperienza e alcune lungaggini. Si apprezzano invece il concetto, la novità del particolare tipo di approccio e la spavalderia di averlo messo in pratica, pur con un budget così ridotto. E anzi forse è proprio il budget ad aver aguzzato l’ingegno e suggerito l’approccio. La storia infatti è sempre quella: è il modo di raccontarla che è diverso e originale. Non è un film che fa “paura”, è un film che suscita curiosità, che ti fa interessare alle vicende dei protagonisti, sempre più immersi in una realtà che si fa via via sempre più ostile e aliena. E la capacità di intrattenere e coinvolgere non è una qualità da poco.
“Non riuscirete più a dormire” dice la pubblicità. Tranquilli, per dormire si continuerà a dormire. L’importante è che non lo si faccia al cinema e Paranormal Activity non lo favorisce.

Megavideo <--streaming
Megaupload<-- download

Sweeney Todd


Il barbiere Benjamin Barker viene ingiustamente arrestato, condannato e obbligato ad una vita di duro lavoro in Australia dal Giudice Turpin, il quale brama la bella e virtuosa moglie di Barker, Lucy.
Ritornato dopo 15 anni, dopo essere fuggito dalla colonia penale, Barker adotta il nome di Sweeney Todd e dice addio al suo amico, il giovane marinaio Anthony Hope, che l’ha salvato quando era alla deriva. Ritorna allora al suo vecchio appartamento in Fleet Street sopra il negozio di pasticci di carne di Mrs. Lovett. In seguito alla scoperta della vera identità dell’uomo, la donna gli racconta che dopo il suo arresto, Turpin violentò sua moglie e che la donna a causa dell’umiliazione subita decise di avvelenarsi, e che così Turpin rapì sua figlia Johanna diventandone il tutore. Apprese queste notizie, Todd prova desiderio di vendetta e decide di riaprire il suo vecchio negozio di barbiere al piano di sopra.
Anthony intanto vaga per le vie di Londra, e vede alla finestra Johanna: immediatamente si innamora di lei. Questa sua attrazione causa uno scontro con Turpin e il Messo Bamford (Timothy Spall), il quale picchia Anthony e lo minaccia di ricevere più violenza se dovesse far ritorno.
Nel frattempo, nella piazza del mercato, Todd denuncia una frode pubblicitaria del “barbiere di strada” italiano Adolfo Pirelli e del suo giovane assistente Tobias “Toby” Ragg, sostenendo che l’elisir da loro venduto è solo «un intruglio di piscio e inchiostro». Todd sfida Pirelli, il quale si sente mortalmente offeso dall’insulto ricevuto, a verificare la sua finezza nella rasatura nel minor tempo. Viene allora chiamato Bamford come testimone della sfida e della vittoria tra i due rivali. Bamford si congratula con Todd per la sua vittoria e quest’ultimo cogliere  l’opportunità…

download: http://www.filesonic.com/folder/ff98d2f4ccbd49f5a
Da vedere ragazzi
7,86gb

30 giorni di buio 2


E’ trascorso circa un anno dal massacro ad opera di un gruppo di vampiri avvenuto nella piccola cittadina di Barrow, in Alaska. Stella, che perse il marito in quella tragedia, ora vive in giro per il mondo un’esistenza fatta di incubi e odio, l’unico sentimento che è in grado di provare. Nessuno sembra credere ai suoi racconti popolati da creature notturne che si nutrono di sangue umano; tutti la prendono per una folle, tutti tranne un misterioso manipolo di persone che condivide con lei la stessa terribile esperienza. Gli offriranno l’occasione di vendicarsi: Lilith, la regina dei vampiri, è infatti la responsabile delle atrocità commesse a Barrow, ed ora Stella ha la possibilità di andarla a stanare e chiudere una volta per tutte i conti.
Dopo le miniserie per il web 30 Days of Night: Blood Trails e 30 Days of Night: Dust to Dust, era giunto il momento di mettersi all’opera per il sequel ufficiale di 30 Giorni di Buio. Dietro la macchina da presa c’è Ben Ketai, lo stesso che firmò sceneggiatura e regia della già citata serie 30 Days of Night: Dust to Dust, e co-produsse e scrisse la storia di 30 Days of Night: Blood Trails.
Visti i risultati però, ho la triste sensazione che questo sarà con buona probabilità l’ultimo lungometraggio tratto dall’ottima graphic novel ideata da Steve Niles. Un vero peccato, soprattutto per le enormi potenzialità, in buona parte inespresse, che questa saga possedeva. Prima fra tutte, quella di avere come sceneggiatore e consulente lo stesso Niles, un fattore piuttosto raro e non da poco, visto quante volte è capitato di dannarci a causa di ignobili trasposizioni cinematografiche realizzate da totali incompetenti, o comunque da parte di persone che hanno dimostrato di non avere alcun rispetto per l’opera originale ed i relativi estimatori. Il primo 30 Giorni di Buio è sicuramente il più riuscito dei due, soprattutto per quanto riguarda l’atmosfera molto fedele al fumetto, ma ha commesso due gravi errori che, a mio giudizio, gli hanno scavato la fossa. Il primo riguarda ciò che ritengo essere una delle peggiori ed inconcepibili gestioni dello scorrere del tempo che mi sia mai capitato di riscontrare in una pellicola: i fatidici 30 giorni sembrano perlopiù 30 minuti, nonostante dei ridicoli “Giorno 7″, “Giorno 14″ provino a convincerci del contrario. Questa mancanza di cura ha privato al film palate di credibilità e pathos..
Il difetto più grave però è l’aver stravolto improvvisamente lo stile della pellicola, caratterizzato per buona parte da una discreta tensione costruita sulle attese, tensione poi letteralmente infranta a colpi di mazza da baseball da una soluzione finale fracassona e del tutto gratuita alla “Hulk distrugge!!!”.
Nonostante i difetti, 30 Giorni di Buio possiede comunque una propria identità, una propria spina dorsale, elementi che in questo sequel mancano del tutto. Ci troviamo alla resa dei conti, allo scontro finale tra i sopravvissuti ai banchetti dei vampiri e la potente Lilith…ci si aspetta quindi un bagno di sangue di epiche proporzioni. E invece tutto scorre si, ma in modo assolutamente insipido. Ottime alcune sequenze splatter (alternate purtroppo da altre realizzate in una pessima cgi), ma inserite in un contesto scialbo e prevedibile, all’interno del quale i protagonisti sembrano vagare in evidente stato confusionale, forse poco convinti anch’essi di ciò che stanno facendo sul set. Scovare e sconfiggere la mitica regina dei vampiri dovrebbe rappresentare, almeno sulla carta, un’impresa quasi impossibile, un vero e proprio suicidio, eppure quattro sfigati senza alcuna esperienza maciullano a colpi di mitra (?!?) orde di famelici succhiasangue quasi senza battere ciglio, cosa che mi fa chiedere come abbiano fatto questi imbecilli a sopravvivere per secoli indisturbati.
Quando Sam Raimi comunicò a Steve Niles che la sua Ghost House Pictures avrebbe distribuito 30 Giorni di Buio 2 direttamente per il mercato Home Video, Niles non la prese affatto bene, ma dopo aver visto il film non posso che essere d’accordo con la lungimirante decisione del buon vecchio Sam: se fosse uscito in sala sarebbe stato un disastro. Un brutto film quindi? C’è molto di peggio in giro spacciato per oro. Definirei 30 Giorni di Buio 2 più un titolo anonimo al cui termine vi farà domandare:”Aspetta…cosa ho visto? Non me lo ricordo più…”.
Streaming: Megavideo
Download: http://www.duckload.com/dl/oeeR2

30 giorni di buio


Alaska, uno dei villaggi più a nord del mondo, dove ogni anno, per trenta giorni, il sole non si leva. Un gruppo di vampiri ne approfitterà per attaccare gli abitanti, decimandoli e costringendo i superstiti a una terribile lotta per la sopravvivenza, nel buio e nella neve.
30 giorni di buio si basa sull’avvincente idea di ambientarsi in un villaggio isolato nella notte, con un gioco di cromatismi sul bianco della neve e il rosso del sangue. Un’estetica reduce dalla commistione tra il fumetto da cui è tratto e i videoclip che il regista David Slade ha nel curriculum, permette uno svolgimento senza intoppi, almeno nella prima parte del film. I vampiri hanno un certo charme dovuto più che altro al look curiosamente metropolitano (non si capisce perché indossino cappotti e gessati scuri, ma il risultato non stona), e paiono una reinterpretazione malefica degli abitanti del villaggio. Sono invece questi ultimi ad essere particolarmente mal riusciti, imbambolati di fronte a una situazione che richiederebbe un po’ di vigore, costretti a mozzare teste con le accette (al buio non si va troppo per il sottile cercando di colpire il cuore o amenità simili) e impegnati a trovare tutti i modi più idioti per mettersi nei pasticci: il che fa rimpiangere il divertente Feast (purtroppo mai uscito in Italia) parodia di serie B, esagerata ed efficace del genere survival. I dialoghi sono d’altronde di tale inutilità, da ottenere un singolare effetto di straniamento: lo spettatore ne sa sempre più dei personaggi e questi sembrano non credere molto alla storia che si raccontano, quasi coscienti del loro ruolo di finzione.
30 giorni di buio è uno di quegli horror che scorrono rapidamente senza lasciare 

troppe tracce, si lasciano guardare e anche dimenticare piuttosto in fretta.
Download: http://www.filesonic.com/file/400117974
Streaming: http://www.megavideo.com/?d=WHPZF6PG

Saw VII: Il Capitolo Finale


La franchise horror più caratteristica e influente dell’ultimo decennio ritorna a breve distanza da Saw VI, abbandonando la numerazione progressiva per enfatizzare l’utilizzo della tridimensionalità. La brillantezza dei primi episodi ha però lasciato il posto a una tortuosità narrativa che vorrebbe nascondere l’iterazione con la complessità.
Due persone si svegliano all’interno di una sorta di gabbia di vetro sotto gli occhi dei passanti. Sono legati per una mano ai capi opposti di un tavolo da lavoro con seghe rotanti incorporate. Sopra di loro, al soffitto, è appesa una ragazza, anche lei legata. I passanti cercano di sfondare la vetrina per soccorrerli, ma non ci riescono. Il pupazzo di Jigsaw compare in triciclo avvisando i due uomini che possono salvare la ragazza sacrificando uno di loro oppure possono decidere di salvarsi lasciando morire la ragazza. La scelta è complicata dalle professioni d’amore della ragazza, mentre le seghe rotanti si mettono in moto. La conclusione non può che essere sanguinosa. Il detective Hoffman, già braccio segreto del serial killer Jigsaw, riesce a liberarsi da una trappola micidiale e a fuggire. Bobby Degen si gode fama e successo per essere stato uno dei pochi sopravvissuti alle micidiali prove di Jigsaw: ha scritto un libro sull’esperienza e ne parla in un’intervista televisiva. Jill, la vedova di Jigsaw, va alla polizia con importanti rivelazioni sugli omicidi del defunto marito. Tutto questo e altro ancora si intreccia in modo imprevisto e ineluttabile, ma qual è il tortuoso piano finale di Jigsaw?
Questo episodio prosegue nella tendenza a strutturarsi come soap opera orrorifica, portando avanti più vicende in alternanza e utilizzando personaggi ricorrenti. Il procedere è condito con le consuete vignette di crudeltà assortite che, mediante l’utilizzo di concatenazioni meccaniche in stile Rube Goldberg, costituiscono sequenze a se stanti il cui scopo è ravvivare in modo sanguinoso la vicenda cercando di unire fantasia feroce e sarcasmo moralistico. Bersaglio questa volta sono i razzisti e, soprattutto, gli opportunisti mediatici, ma la polemica resta pretestuosa: lo scopo del film è completare un puzzle feroce unendo ulteriori tasselli nel modo più sadico possibile. Che l’ingegno degli sceneggiatori riesca a creare qualche nuovo marchingegno diabolico in un contesto già molto affollato da quelli degli episodi passati è un titolo di merito, sotto questo profilo. La cupezza caratteristica è mantenuta in modo efficace, ma la trama, pur serbando qualche svolta a sorpresa, è piatta e poco innovativa.
Il cast è competente, senza brillare. Tobin Bell compare in un breve cameo, ma non gli si poteva chiedere di più: in fondo, Jigsaw è morto già da diversi episodi. Kevin Greutert aveva parzialmente rivitalizzato la serie con il sesto capitolo: qui sembra preoccuparsi più di preservare l’ortodossia iconografica che di sviluppare la suspense attraverso un adeguato sviluppo della narrazione. Il risultato è un film tetro e non sempre avvincente, anche se non privo di qualità e coerente con la pessimistica visione dell’umanità che ha contraddistinto la serie sin dal primo episodio.
Più che il 3D – un gimmick ormai consueto anche se sempre spettacolare – è forse la promessa che questo è l’ultimo della serie a costituire il movente principale per gli spettatori. Sarà veramente così? Il finale, per quanto ai limiti della credibilità, è il momento migliore del film e riesce in qualche modo a sorprendere con una chiusa che riporta tutto all’inizio. Ma più che nell’esaurimento delle idee o nel desiderio di quadrare in modo definitivo il cerchio della vicenda, la risposta alle eventuali sorti future della serie potrebbe risiedere, come quasi sempre avviene, nel box office. Se sarà brillante, mai dire mai.

Download
Megavideo

Paranormal Activity 2: Tokyo Night


Non deve ingannare il numero 2 di seguito al titolo. Paranormal Activity: Tokyo Night è in realtà una sorta di spin-off, girato contemporaneamente al secondo episodio americano, dell’horror che tanto ha diviso il pubblico di ogni dove. Senza dubbio l’idea di unire un, cult, amato e odiato, del Cinema horror recente alle atmosfere della paura di matrice orientali era affascinante e ricca di interessanti potenzialità. Dalla terra che ha dato luce alle figure di Sadako e Kayako era lecito attendersi uno sguardo nuovo e originale alla saga, ma come vedremo non tutto è andato a buon fine.
La giovane Haruka (Noriko Aoyama) è appena ritornata a Tokyo dopo una vacanza in America, nella quale ha riportato un grave infortunio alle gambe. Mentre il padre è impegnato fuori casa per lavoro, è suo fratello maggiore Koichi (Aoi Nakamura) a prendersi cura di lei. Il ragazzo ha la passione per le videocamere, e riprende con esso tutto ciò che accade in casa. E’ proprio grazie alle riprese effettuate che i due scoprono che la dimora è luogo di misteriosi avvenimenti, che hanno luogo soprattutto di notte nella camera di Haruka. Koichi decide così di piazzare la sua videocamera nella stanza della ragazza, e i filmati che riprendono le ore notturne 

dimostrano che delle forze misteriose stanno agendo in casa loro.
Megaupload Parte1 – Parte2

Rio 3D

Blu è un ara macao strappato in fasce alla giungla brasiliana dalla sconsideratezza e dai commerci illeciti dell’uomo. Trasferito nel freddo inverno del Minnesota in seguito a un incidente, viene soccorso e adottato da Linda, fanciulla appassionata di libri e della vita sedentaria. Addomesticato e cresciuto a cioccolata e biscotti, Blu è un pappagallo colto che sperimenta la vita tra quattro mura. Incapace di volare a causa della cattività, compensa la deficienza con l’ingegno e la fantasia. Raggiunta da Tullio, un ornitologo entusiasta, Linda scopre di essere la proprietaria dell’unico esemplare maschio della specie e di avere l’obbligo morale di concedere che il suo grazioso pennuto si accoppi con Gioiel, magnifica e sola femmina rimasta sul territorio brasiliano. Perplessi ma persuasi di fare la cosa giusta, Linda e Blu partono alla volta del Brasile per conoscere e innamorare una celeste ara. Nella giungla amazzonica e attraverso rocambolesche (dis)avventure, Blu scoprirà la propria identità, imparando ad amare e a volare.
Prima o poi doveva succedere, alla glaciazione segue il disgelo e all’alba sempre un nuovo giorno, magari in un continente altro, questa volta tropicale e pieno di colori. E proprio in Brasile e nell’esplosione di musica e allegria del carnevale di Rio è ambientata la nuova avventura della Blue Sky, fenomeno consolidato dell’animazione internazionale, che cerca con grazia digitale il proprio posto tra il design morbido della Pixar e le anime incantate dello Studio Ghibli. Archiviati almeno per il momento Manny, Sid e Diego, emarginati per carattere, circostanze o convenienza che cercavano il loro posto nel mondo e verso climi più temperati, il regista carioca gioca in casa, riconfermando protagonista un animale e rilanciando con un splendido pappagallo addomesticato. Un esemplare di ara macao (ben)educato che deve fare i conti con la personale inadeguatezza e con il pericolo di essere estinto e spazzato via dal commercio sconsiderato di animali domestici. Proprio come i suoi antenati preistorici, Blu non è perfettamente integrato nella propria specie e d’altra parte se lo fosse stato sarebbe rimasto quello che era, un essere uguale ai suoi simili di cui non valeva la pena raccontare la storia ‘a colori’. Invertendo lo schema dell’Era glaciale, questa volta è un essere umano ad adottare e a prendersi cura di un animale, Rio forma una famiglia eterogenea ma solida (e solidale), ribadendo daccapo che è più importante l’identità culturale, costruita attraverso le relazioni sociali e affettive, dell’appartenenza biologica. Se il desiderio di riproduzione e di una nuova famiglia in Blu è indotto (dall’ornitologo) e deve fare i conti con l’estinzione più che con l’imprinting, ovvero con l’impronta visiva che alcuni nidiacei ricevono appena nati, è pur vero che il protagonista piumato, costretto alla cattività, comprende in Brasile la propria specificità e accetta con trasporto di corteggiare la celeste Gioiel, trasformando i propri limiti (è ‘incapace’ di volare) in punti di forza. L’intenzione del volo, intuita nel Minnesota, consultata sui libri di aerotecnica e sperimentata lungo una pista di atterraggio fai da te, diventa urgenza sopra il cielo di Rio e dentro gli occhi di una pappagallina indigena fiera e indipendente, a cui il protagonista si dichiara maldestramente sul Bonde (un tram giallo che risale la città). Le loro azioni in cielo rinviano a quelle in terra e altrettanto romantiche di Linda e Tullio, che si scoprono innamorati tra una fuga, una samba e un’assunzione di responsabilità (e di concreta genitorialità: l’adozione di un bimbo delle favelas). L’infinita varietà di significati sottesi non inficia il divertimento e nemmeno delude il piccolo (anagraficamente parlando) pubblico di riferimento, a cui d’altra parte l’apprezzamento per le infinite sfumature offerte dalla natura e dalla cultura va insegnato e (di)mostrato. Rio ha uno stile spensierato e brillante, una comicità vivace e visiva che non ha bisogno di ammiccamenti e citazioni cinefile virate in parodia per risolversi e invitare a sorridere. Allo stesso modo l’uso giudizioso del 3D aggiunge unicamente stupore e meraviglia, profondità di campo e l’illusione che Blu e Gioiel volino lieti oltre il limite dello schermo. Perché prima della tecnologia viene sempre la storia e una schiera di interpreti frullanti che riversano 
nei nostri occhi la festa della vita e la pura bellezza.
Megavideo: http://www.megavideo.com/?d=9X6ZC682

Compilation dance 2011

Nuovissime canzoni dance:

1. Adri (Feel The Music) – Eltunnek Veled (MRG’ & Richard Spark Club Remake)
2. Alchemist Project feat. Angie – Together Again (Extended Mix)
3. ATB – Ecstasy (A&T Remix)
4. Clara Sofie Og Rune RK – Lever For En Anden
5. Dash Berlin – Earth Hour
6. David No Fuck feat. Vnalogic – La Cocaina (Club Edit)
7. DJ F.R.A.N.K. – Discotex! (Yah!) (Dj Rebel Extended Mix)
8. Double Stars ft. Mike W (Feel The Music) – I Still Believe (Cometa Remix)
9. EDWARD MAYA feat. VIKA JIGULINA – Desert Rain (Club Version)
10. Eric Amarillo – Om Sanningen Ska Fram
11. EXAMPLE – Last Ones Standing (Manhattan Clique Remix)
12. Felix Leiter feat. Marcella Woods – Sky High (Vocal Mix)
13. 2-4 GROOVES – Your Lies (Club Mix)
14. JAN WAYNE feat. FAB – Run To You (Hands Up Club Mix)
15. Jason Parker feat. Keeley (Feel The Music) – The Last Unicorn (Electro Banger Club Remix)
16. JASPER FORKS – More Than This (Dj Antoine vs Mad Mark & Clubzound Remix)
17. Junior C. & Dyana – Don’t You Say (Original Radio Edit)
18. LADY GAGA – Born This Way (Bimbo Jones Club Remix)
19. Lasgo – Here with Me (Extended Club Mix)
20. Lasgo – Here With Me (Radio Edit)
21. Like Chocolate – Da Bomb (Narcotic Creation Club Mix)
22. Locco Lovers feat. The Outhere Brothers – Shake It
23. MARKUS SCHULZ feat. JENNIFER RENE – Not The Same (Carlo Resoort Remix)
24. MaRLo – Forward Thinking
25. Max Mafia – Dance To The Beat (Original Edit)
26. Narcotic Thrust – I Like It 2011 (Dj Kekss & SyQuest Remix)
27. NARI & MILANI pres.PRETTY PRETTY & MALIK – Automatic (Extended Mix)
28. Orjan Nilsen – In My Opinion
29. Paradise (Feel The Music) – Paradise – See The Light (Super Stylers 2011 Re-Work Club)
30. ReOrder – Never More A Sleeper (Original Mix)
31. Robyn – Call Your Girlfriend
32. SEPTEMBER – Me & My Microphone (Extended Version)
33. Stunner – Lights Of Ibiza (Original Mix)
34. Swedish House Mafia – Save The World
35. The RUFFBOYZ – Ibiza Is Calling (Original Extended Mix)
download: http://www.filesonic.com/file/1336060604

Fruit Ninja HD 1.6.1 (2011) ENG 75Mb [Pc]

Download: http://www.fileserve.com/file/CaRjW8K
Come in tutti i giochi scaricati è necessario sostituire il launcher dalla cartella chimata come il gioco sul disco
System requirements:
System: Windows ® XP / Vista / Windows ® 7
Processor: 1 GHz
Memory: 512 MB
Video: 128 MB
Sound: DirectX Compatible Soundcard
Hard Disk: 100 MB

giovedì 30 giugno 2011

6 Giorni Sulla Terra

Il dottor Piso, un coraggioso scienziato, studia da anni l’inquietante fenomeno delle alien abductions (rapimenti alieni) attraverso l’ipnosi. L’incontro con la giovane Saturnia lo porterà a scoperte ancor più sconvoglenti, conducendoci nella realtà nascosta per millenni dietro le quinte della storia…
download:  http://www.megaupload.com/?d=XXF73BQ8

Cars 2



Il nuovo e famosissimo film della pixar cars 2
Un film di Brad Lewis, John Lasseter. Con Tony Shalhoub, Owen Wilson, Larry The Cable Guy, John Ratzenberger, Cheech Marin, Michael Caine, Emily Mortimer, Jason Isaacs, Joe Mantegna, Peter Jacobson, Thomas Kretschmann, Alessandro Siani, Paola Cortellesi, Sabrina Ferilli, Franco Nero, Vanessa Redgrave, Alex Zanardi, Marco Della Noce, Tiberio Timperi, Marco Franzelli, Massimiliano Manfredi, Marco Messeri
Titolo originale Cars 2.
Animazione – Azione
durata 120 min.
USA 2011. – Walt Disney
Uscita mercoledì 22 giugno 2011
Un ricco magnate del petrolio decide di passare ai carburanti ecologici e per promuovere l’affidabilità della sua nuova miscela organizza un campionato di tre gare, ognuna in un paese diverso (Inghilterra, Giappone e Italia) a cui parteciperanno le automobili più veloci del mondo con lo scopo di determinare quale sia la più potente. Saetta McQueen ovviamente è in prima linea e dovrà vedersela con Francesco Bernoulli, auto da Formula 1 arrogante e spaccona.
Le gare però sono funestate da incidenti sui quali vigilano Finn McMissile e Holly Shiftwell, agenti segreti dell’intelligence impegnati ad indagare su un intrigo internazionale che sventuratamente scambiano Carl Attrezzi per una spia sotto copertura, coinvolgendolo nella delicatissima operazione con i prevedibili esiti disastrosi.
Cars 2 è un sequel in stile Pixar, cioè un film che utilizza personaggi già noti mutando genere cinematografico. Dagli ampi spazi, le corse e la rinconquista dell’umanità attraverso il contatto umano in un luogo ristretto e ben definito, si passa ad una spy story internazionale, eppure questa volta il risultato somiglia ad un episodio televisivo autoconclusivo, come se rispetto alle consuete scelte di audacia e sperimentazione, ne fosse stata fatta una di conservazione. Il nuovo film codiretto da John Lasseter sembra infatti scritto per prolungare e migliorare l’indotto proveniente dal merchandising legato alle macchine Pixar, assecondando i dati di vendita (le immagini di Saetta McQueen e Carl Attrezzi sono tra le più valide commercialmente per la Pixar).
Cars 2 è quindi il più debole tra tutti i film Pixar, così come il cortometraggio che lo precede (“Vacanze hawaiiane” con Ken e Barbie) non è niente più che un piccolo divertissement. Tuttavia non si tratta di un fallimento, quanto di una riduzione delle proprie ambizioni per un lungometraggio d’animazione che di cinematografico vuole avere proprio poco, eccezion fatta per un ottimo inizio in stile spy story.
Anche rispetto agli altri sequel Pixar (quelli di Toy Story), gli equilibri di Cars 2 sembrano seguire il gusto del pubblico invece che precederlo. Meno spazio a Saetta McQueen e più a Carl Attrezzi e le sue gag, meno corse e più azione con l’ingresso delle due spie internazionali, ma anche meno creatività nelle auto (manca tutta l’infinità di traduzioni di oggetti e persone del mondo reale in auto del mondo di Cars) e più partecipazioni speciali nelle persone dei piloti di F1 (molte nazioni avevano i propri piloti a dare la voce, noi abbiamo Sophia Loren nella parte di Mamma Topolino e Alex Zanardi di nuovo nella parte di Guido).
Così alla fine il risultato è un film molto godibile e probabilmente in linea con il gusto più infantile ma di certo lontanissimo dalle ambizioni e dalle vette emotive cui la Pixar ci ha abituato negli anni.


Download:
-parte 1: http://www.megaupload.com/?d=CMHL4VKI
-parte 2: http://www.megaupload.com/?d=Z551IEFA

lunedì 27 giugno 2011

DEAL il re del poker

 
Alex Stillman (Bret Harrison) è un giovane fuoriclasse del poker, non molto disciplinato, ma di indiscutibile talento, e durante un torneo viene in contatto con un uomo misterioso, Tommy Vinson (Burt Reynolds), ex campione di poker che non pratica più dopo una promessa fatta alla moglie.
Tommy decide quindi di allenare Alex per portarlo a giocare al World Poker Tour, ma la tentazione di tornare sui tavoli verdi si farà sempre più forte e...
DOWNLOAD

WPA Antisecurity


Un metodo garantito per craccare le reti alice e fastweb il pochi secondi
Download
Garantito da T.Y.
RICORDO CHE TUTTO QUESTO LO FACCIO A SCOPO DIMOSTRATIVO E CHE ENTRARE IN UNA RETE WIRLESS SENZA IL CONSENSO DEL PROPRIETARIO E' REATO